“Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone”, un interessante libro di Giovanni e Serena Pisano

VANVITELLI E HACKERT

a

PERSANO CON I BORBONE

GIOVANNI PISANO- SERENA PISANO

Stampato da HABITAT – Eboli – Maggio 2010

Testo di Alessandra Gallotta

Già dal primo capitolo: “Persano nella concezione illuminista”, in cui si citano : il teorico del razionalismo architettonico Marc-Antoine Laugier, autore, nel 1753 di un saggio sull’architettura, e Vincenzo Ruffo, altro architetto che oggi definiremmo “urbanista”,si capisce il taglio che gli autori, architetti, hanno dato al loro lavoro. Questo si compone di sette capitoli ed ognuno è uno studio completo e approfondito dell’argomento che tratta. Alla fine, infatti, di ognuno di essi, vengono elencate le foto, di cui il testo è ricco, la bibliografia essenziale, anch’essa molto ricca, le figure .Per tale motivo ci sembra giusto accennare brevemente ai contenuti dei sette capitoli di questa opera, che ha il pregio di svelarci i confini della tenuta di Persano, di molto superiori a quelli che conosciamo oggi e la minuziosa attenzione che veniva messa nella progettazione di strade, ponti e strutture. Carlo III fece subito intendere che voleva una corte fulgida e seguì le teorie che andavano diffondendosi e che proponevano l’immagine di una città intesa come un bosco attraversato da viali. Queste teorie furono applicate anche a Persano. Infatti, come scrivono gli autori, che hanno lavorato molto anche sulla cartografia borbonica, secondo la pianta disegnata dal Piana … “ abbiamo accertato che a Persano vi erano 110 km di strade intrecciate, perfettamente rettilinee, realizzate per l’uso della caccia…” Scrivono ancora, nelle Conclusioni al capitolo, che “…queste strade tagliavano il bosco secondo tante direzioni, in modo che ogni contrada fosse raggiungibile per esercitarvi la caccia. … queste strade interne alla tenuta, venivano utilizzate già prima del 1757 e sono state costruite secondo il sistema delle carrozzabili che collegavano Capua, Venafro e Persano alla capitale del regno….”. Auspicano, infine,che la strada scoperta per caso tra la Fontana della Regina e il vallone di Ciccarella sottana, parallela al Sele e situata nel bosco di Persano, venga almeno tutelata, ai sensi delle leggi n. 42 del 2004 e n. 58 del 1974. .

Il secondo capitolo ci porta ad Hackert, pittore di corte presso Ferdinando IV dal 1782 al 1799. Hackert accompagnava il Re anche nelle battute di caccia, quasi un fotografo con i pennelli, per documentare luoghi e avvenimenti. Numerose sono le tele che raffigurano Persano le cui foto sono presenti nel testo, e vengono analizzate per riconoscere i luoghi, i paesini sugli sfondi, per cancellare ogni dubbio che si tratti di Persano. Un lavoro notevole di ricerca e approfondimento. Tra tutte le opere di Hackert riferite a Persano, ci piace ricordare la più famosa e forse la più conosciuta: Il passaggio sul fiume Sele con la scafa, conservata nella Reggia di Caserta.

Il terzo capitolo fa riferimento a”Postiglione, territorio di caccia dei Borbone.” Il taglio particolare dato a questo testo dagli autori, lo si può apprezzare in questo capitolo, che evidenzia lo studio dettagliato delle piante topografiche e cartografiche del Vespariello e del Canneto, in Postiglione.

Questa attenzione alla cartografia si conferma nel quarto capitolo:” Persano nella cartografia dei Borbone.” Qui gli autori documentano con molta accuratezza gli aspetti “urbanistici” che i Borbone vollero dare al Feudo di Persano. Il che va a completare la conoscenza di quanto Persano abbia significato e di quanto sia stato importante in quel tempo, anche per l’economia dei nostri paesi. Numerose sono le foto che riportano le piante raffiguranti il territorio di Persano, del fiume Sele, del Palazzo Reale e del Bosco di Persano, a dimostrazione di quanto la cartografia fosse sviluppata nel Regno di Napoli.

In “Vanvitelli da Padula a Persano” il primo argomento – la scala nella storia dell’architettura- tratta uno studio sulla nascita e l’evoluzione della scala anulare o a chiocciola, che ritroviamo sia a Persano che a Padula come tra gli esempi più rappresentativi. Gli autori citano numerose scale di questo tipo, con il supporto di foto e disegni e riportano anche le tesi di alcuni studiosi che hanno parlato delle scale di Padula e Persano. Tra questi Roberto Pane esclude che quella di Padula sia opera del Vanvitelli in quanto, nelle numerose opere che lo riguardano, non si fa alcun riferimento a Padula e alla Certosa di San Lorenzo. La paternità delle tre scale di Persano, secondo l’Alisio, è da attribuire all’ingegnere Piana, mentre a Vanvitelli va il merito del restauro del Palazzo, che aveva presentato, già dalla costruzione, problemi di staticità.

Le scafe in età napoleonica”. Il territorio di Persano era servito da quattro scafe. La prima, la Scafa di Persano, è quella raffigurata da Hackert. La seconda, Scafa di Calore, collegava Persano a quello che oggi chiamiamo Borgo Carillia. La terza, la Scafa del Barizzo, era in località Ponte Barizzo ed era importante per traffico di merci e viaggiatori, perché si apriva verso il Cilento. La quarta è quella sul Sele, nei pressi del ponte spagnolo. Ogni scafa era servita da una Casa della scafa. Visibile ancora oggi è la quella di Femmina morta. Le notizie storiche e le descrizioni tecniche sono dettagliate. Nel capitolo vengono descritti i criteri seguiti per la costruzione delle scafe, comprese le opere di ingegneria idraulica, come quella “dell’arginazione.” Corredano questo interessante capitolo le foto, le piante e alcune lettere attinenti all’argomento.

Il settimo e ultimo capitolo: “Vanvitelli e il ponte sul Sele” ci racconta una storia. Quella di un ponte, appunto, che esisteva già nel 1625 e che fu costruito dagli spagnoli. E prima, come si attraversava il Sele in quel punto? Un bufalo era impiegato al trasporto settimanale del corriere e del suo bagaglio, come scrive De Salis Marschiins raccontando il suo viaggio nel Regno di Napoli. Un epitaffio ricordava la costruzione del ponte fatta nel 1625. Questo ponte crollò il 20 dicembre 1757 in seguito a 16 giorni di pioggia continua, isolando Persano e Carlo III e la sua corte, che erano lì per la caccia. Fu chiamato l’architetto di Corte, Luigi Vanvitelli, che lavorò al nuovo ponte dal 1757 al 1763. Gli autori raccontano le varie fasi di costruzione, le decisioni del Vanvitelli, le scelte dei materiali da lui effettuate, le istruzioni dettagliate da affidare all’ingegnere Piana. Il capitolo è ricco di prospetti, di foto aeree, di progetti acquerellati, di piante, firmate dal Vanvitelli. Nelle conclusioni, poste alla fine del capitolo, si ricordano gli interventi di manutenzione effettuati dal Genio Civile dal 1832 al 1839 e nel 1880.”Vanvitelli progettò il ponte sul Sele nel periodo in cui in Europa iniziava la costruzione dei ponti in ferro. Con la pietra, già impegnata dagli spagnoli, realizzò dei piloni più efficaci e un’arcata più audace, conferendo così all’insieme armonia e omogeneità strutturale”… Così gli autori. Questo ponte lo attraversiamo ancora oggi. Si presenta a noi maestoso e placido, solido e resistente. Gli autori invitano chi di competenza a vigilare sul suo stato di salute, a liberare l’alveo dei fiumi da ciò che impedisce il normale deflusso delle acque.

Mi rendo conto che questa sintesi non riesce a rendere la validità e la compiutezza di questo lavoro che affianca, ad una veste grafica interessante, dei contenuti che contribuiscono a conoscere la storia di Persano da un altro punto di vista: quello di architetti che, attraverso la lettura delle pietre, lo studio di piante e prospetti, hanno dimostrato la complessità e l’importanza che Persano ha avuto in quel tempo in questo angolo di mondo.

Per Persano nel Cuore – Alessandra Gallotta –

Per gentile concessione degli autori, a cui va tutta la nostra gratitudine, Persano nel Cuore ha il privilegio e il piacere di mettere a disposizione di tutti i lettori, in formato PDF, il prezioso volume così bene recensito dalla nostra Alessandra Gallotta. Per motivi tecnici, e per rendere più agevole il download, abbiamo diviso il volume in quattro parti.

Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Prima parte)

Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Seconda parte)

Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Terza parte)

Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Quarta parte)

 

Author: Fausto Bolinesi

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