Tra il calar del sole e l’imbrunire nel magico Palazzo Reale di Persano

Testo e foto di Fausto Bolinesi

La locandina prometteva una magica serata in un magico palazzo e la promessa è stata mantenuta: chi era presente difficilmente dimenticherà le ore trascorse nel cortile del Palazzo reale di Persano, dal calare del sole all’imbrunire di questo sette luglio 2019. Cioè quando Nadia Parlante ha fatto rivivere i personaggi della corte borbonica a Persano con la sua magistrale narrazione e quando, alla luce e al profumo delle “citronelle”, l’arpa e la voce di Antonietta Di Sessa e la voce di Concetta Vermiglio accompagnate dal flauto di Sebastiano Cervo, dalle chitarre di Francesco Bolinesi, Carlo Antonio Burattini e dalla tammorra di Virgilio Mari hanno condotto i fortunati spettatori in un viaggio musicale dal sedicesimo al ventesimo secolo. A coordinare i due momenti della serata la bravissima Mariella Liguori che, oltre naturalmente che la nostra associazione, ha ringraziato chi ha permesso la realizzazione dell’evento, vale a dire il comandante del presidio militare, il colonnello Fausto Troisi e il comandante della caserma in cui è ubicato il Palazzo Reale, il colonnello Stefano Capriglione sostituito egregiamente nell’occasione dal tenente colonnello Fulvio Tarantini al quale vanno un plauso e un ringraziamento particolari, estesi ai suoi collaboratori, per aver dato la massima disponibilità e fornito tutta l’assistenza possibile, pure in presenza di un numero ridotto di personale. A dire il vero il successo della manifestazione, testimoniato da una così numerosa presenza di pubblico tra il quale, per iniziativa della nostra amica e socia Marilena Tiso, una nutrita rappresentanza del CSP di Agropoli giunta in pullman e guidata dal presidente Antonio Monzo, ci ha un po’ colti di sorpresa. Proprio perché consapevoli della carenza di personale militare, volevamo infatti creare un piccolo evento che permettesse a quanti si ritengono “persanesi”, nella impossibilità di poter assistere ad una Santa Messa, di poter salutare anche con una sola preghiera o la recita del rosario, la patrona di Persano, la Madonna delle Grazie. E in effetti questo è avvenuto, anche se l’aver trovato la cappella chiusa ci ha provocato un attimo di sbigottimento e di amarezza ampiamente ricompensata dal piacere quasi fisico di spalancare personalmente le sue porte quando i militari hanno fornito le chiavi. Sappiamo quanto forte sia la devozione o anche il solo legame affettivo tra i persanesi sparsi per il mondo e la loro patrona. Sappiamo anche che ci sono persanesi che non hanno potuto essere presenti per motivi di salute: non ce ne voglia chi c’era, ma nell’organizzare questa manifestazione abbiamo pensato soprattutto agli assenti… Dicevamo che il successo è stato tale da essere stati “costretti” a promettere la ripetizione della manifestazione in un’altra data per dare la possibilità di partecipare a chi non ha potuto farlo, o è stato scoraggiato da noi stessi quando ci siamo accorti che un numero troppo alto di spettatori avrebbe creato non poche difficoltà. Non è difficile prevedere che anche un secondo appuntamento vedrà una partecipazione numerosa perché molti vorranno tornare per rivivere quella magica atmosfera che solo Persano sa dare e che la stupenda voce di Concetta Vermiglio, l’arpa di Antonietta Di Sessa e il flauto, oseremmo dire mozartianamente magico, di Sebastiano Cervo hanno esaltato. Non citiamo negli elogi, che pure meritano, gli altri musicisti unicamente per non essere accusati di imparzialità nel giudizio dal momento che a vario titolo sono legati a noi. Ma che siano stati bravi lo dimostra il particolare che, per essere più fedeli alla musica proposta, hanno suonato in acustico, non ricorrendo alla amplificazione. E’ rischioso perché non c’è il supporto dell’elettronica a sopperire ad eventuali difetti e perché basta il normale brusio di un pubblico numeroso a disturbare anche una esecuzione perfetta. Ma noi eravamo certi che gli spettatori, rapiti dalla musica, avrebbero seguito in silenzio. Sapevamo che la magia del Palazzo Reale di Persano riesce a trasformare un pubblico numeroso in un grande pubblico.

Author: Fausto Bolinesi

Share This Post On